1986, Paso, il risveglio della DUCATI
La DUCATI Paso 750 è stata introdotta sul mercato nel 1986 con lo slogan: “Il nostro passato ha un grande futuro”. Infatti, in quel momento, la DUCATI stava subendo un processo di ristrutturazione a seguito dell'acquisizione, a causa di difficoltà finanziarie da parte dei fratelli Castiglioni, Grupo CAGIVA, PASO è il primo prodotto a cui questo cambiamento ha dato origine. La scelta del motore è ricaduta sul propulsore già utilizzato nella Pantah e anche nella 750 F1, con alcune modifiche: il cilindro posteriore ruotava di 180 gradi per alloggiare i carburatori all'interno della V. Il capo progetto per questo modello era Massimo Tamburini, e gli furono date chiare istruzioni per agitare le acque. Così, Tamburini, ha progettato una motocicletta completamente carenata, con tutti gli elementi meccanici nascosti. Un'altra particolarità di questa bici era l'utilizzo di ruote da 16”. L'origine del nome è legata alla leggenda del motociclismo italiano: Paso era l'abbreviazione di Renzo Pasolini, pilota morto nel fatidico incidente di Monza del 1973, incidente in cui morì anche Jarno Saarinen. Nonostante l'estetica, per molti accattivante, la traiettoria commerciale di questo modello è stata pessima: tra il 1986 e il 1988 ne sono state vendute solo 4.863 unità... Per sostituirlo, cercando di ovviare al problema delle scarse prestazioni: intorno ai 70 CV, nel 1989 entrò nel mercato il Paso 906 raffreddato a liquido, 1.802 unità prodotte tra il 1988 e il 1989, infine, nel 1991 fu presentata l'ultima versione: il Paso 907 ovvero (iniezione elettronica) con 90 CV e una velocità massima di 230 km/h, curiosamente ruote da 17”, fino al 1993 ne furono prodotte 2.303 unità. Oggi la DUCATI Paso 750 è considerata un modello iconico e classico. Lo stesso design è stato utilizzato anche per produrre la CAGIVA Freccia C9, C10R, C12R e C12SP da 125 cc che ha avuto un certo successo commerciale e sportivo in coppe promozionali in tutta Europa.
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